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GATTI SULLE MONETE

Nell’antichità, quando ancora la moneta non esisteva, si utilizzava il baratto, ossia si dava un oggetto per riceverne un altro. Tale sistema non era molto agevole e poteva andare bene solo in società in cui le transazioni erano limitate. Per semplificare gli scambi si pensò, quindi, a uno strumento che fosse accettato in pagamento da tutti. La moneta è, appunto, questo strumento, che nacque nel VI secolo a. C. in Lidia (antica regione asiatica) e fu realizzato in elettro, ossia in una lega di argento e oro. Effettivamente, parlando di moneta viene spontaneo pensare ai dischetti di metallo, più o meno prezioso, ma nella storia e nei diversi Paesi sono stati usati come strumento di scambio altri elementi come conchiglie, blocchi di sale, pecore, chicchi di cacao e tessuti di pregio. In altre parole, la moneta nasce da una convenzione sociale e vale in una comunità che, di comune accordo, la accetta come mezzo di scambio. Possiamo notare che nei tempi più antichi la moneta era quasi sempre in metallo prezioso, argento, oro, bronzo, rame. Vista la scarsità di questi metalli, l’uomo però dovette, più avanti nel tempo, usare altri materiali, tanto che oggi viene coniata utilizzando materiali vili e non ha più un valore intrinseco, ma solo il valore stabilito da chi la emette. Accanto alle monete di metallo, sempre quali strumenti di scambio, operano le monete cartacee, o banconote, di facile ed economica produzione ed oggi diffusissime, ma anch’esse di origini antiche. Nacquero, infatti, nell’806 d.C. in Cina, quando i banchieri iniziarono a consegnare a chi depositava oro una cosiddetta “nota di banco”, intestata al depositante ma che poteva essere usata come moneta e rispondeva alle neonate esigenze, dovute al sempre maggior numero di scambi, di facilità, minor costo e sicurezza del trasferimento di valori. Le prime banconote come le concepiamo oggi, però, sono apparse solo nel 1658 in Svezia, quando le “note di banco” cominciarono ad essere emesse col nome della Banca anziché col nome dei depositanti dell’oro. Monete e banconote, oltre che strumenti di pagamento, sono anche mezzi per misurare il valore dei beni ed elementi che permettono di costruire una riserva di valore, spostando il potere d’acquisto dall’oggi al futuro. Le monete sono oggetto di studi scientifici e di classificazioni che tengono conto del loro valore, sia economico sia storico e artistico, da parte della numismatica. Il valore storico delle monete e le espressioni artistiche rappresentate sulle stesse con figure e iscrizioni hanno attirato anche l’attenzione dei collezionisti. Ritenuto un passatempo importante, il collezionismo di monete è tuttora un hobby diffuso e nel nostro Paese ha annoverato tra i suoi appassionati il re Vittorio Emanuele III, la cui collezione, donata all’Italia, è oggi esposta al Museo Nazionale Romano. Generalmente i collezionisti rivolgono la loro attenzione alle monete di un certo Paese o a quelle di un dato periodo storico, ma c’è anche chi raccoglie solo monete di un particolare materiale (ad esempio, d’argento), chi si dedica alla ricerca di monete con errori di conio, oggi sempre più rari data la quasi perfezione raggiunta dalle Zecche e chi predilige le monete commemorative, emesse talvolta per ricordare un certo evento, talaltra solo per soddisfare le esigenze dei collezionisti. Una raccolta, infatti, può riguardare valuta circolante, valuta non più circolante e valuta emessa per collezionisti. Benché simili visivamente e anch’esse oggetto di collezionismo, dalle monete si distinguono le medaglie. Anticamente anche le medaglie, usate come doni da consegnare a personaggi importanti, potevano essere “spese”, ma col tempo hanno perso la loro funzione di scambio, diventando unicamente commemorative e possono venire coniate sia dagli Stati che dai privati. Attualmente, poi, vanno di moda le monete e le banconote di fantasia, che in genere si fregiano di buoni risultati estetici e di colori accattivanti. Si tratta di emissioni private, che la maggior parte dei collezionisti sceglie di non inserire nella propria raccolta soprattutto per il fatto che potrebbero generare confusione con valute poco conosciute ma regolarmente emesse per brevi periodi, di solito da autorità rivoluzionarie. Chi ama i gatti può tuttavia trovare divertente ricercare e collezionare queste emissioni, così come può rivolgere la propria attenzione alle medaglie o preferire le monete destinate alla circolazione o commemorative. In verità le monete raffiguranti gatti non sono moltissime. Il Paese che ne ha coniate in buon numero è l’Isola di Man, le cui emissioni ritraggono sia il caratteristico gatto dell’Isola, il Manx, sia gatti delle varie razze e permettono di creare una bella collezione. Passando ad altri Paesi, osserviamo che nelle 100 lire del 1975 di San Marino il gatto appare in compagnia di un cane, il Kazakistan nel 2014 ha dedicato una moneta da 50 Tange ad un parente selvatico del piccolo felino, il Felis Manul o Gatto di Pallas, la Turchia nel 2015 ha reso onore al gatto d’angora con la moneta da 1 lira, mentre appare rara la moneta commemorativa da 2 Euro del 2013 del Belgio, con il marchio di zecca gatto in quanto coniata, non per la circolazione, in soli 23500 esemplari.

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