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Le palle di neve

Le palle di vetro, posate su un piedistallo e contenenti acqua e una polvere bianca che, nel momento in cui le palle vengono capovolte, crea l’effetto di una nevicata furono presentate come novità, quali fermacarte, all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1878. La novità piacque, tanto che l’anno dopo furono realizzate delle palle in vetro con all’interno la Torre Eiffel, dando così il via al successo delle palle di neve come souvenir. Dall’Europa furono esportate in Canada e negli Stati Uniti, dove si diffusero grandemente e dove, nel 1927, un artista della Pennsylvania iniziò a realizzarle con figurine interne in movimento. Il periodo dagli anni Trenta agli anni Cinquanta è quello che registra il maggior successo delle palle di neve. Vengono proposte palle di ogni tipo e dimensione: sferiche ma anche ovali o a cupola, con immagini interne turistiche e con immagini interne artistiche, palle differenti una dall’altra per la varietà dei fiocchi di neve, palle montate su basi di forme e materiali differenti, basi talvolta anche lavorate. Diversi appassionati cominciarono a dedicarsi al collezionismo, distinguendo i loro pezzi talvolta semplicemente in base al luogo di provenienza, ma più spesso in base all’immagine interna, che effettivamente costituisce l’elemento che caratterizza le palle di neve. Tra le immagini interne, com’era facilmente prevedibile, troviamo anche i gatti, sia nelle palle più datate, sia in quelle di ultima generazione, ossia in quelle in plastica, diffuse a partire dagli anni Settanta (che in verità hanno risolto il problema della estrema fragilità di questi oggetti), sia in quelle, ancora più recenti, che invece della classica neve mostrano una caduta di elementi che brillano.
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