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Le schede telefoniche

di invenzione italiana, permettevano di effettuare le chiamate dagli apparecchi posti, a disposizione di tutti, nelle apposite cabine. Dapprima a tale compito venivano adibiti i gettoni ma, viste le frequenti frodi, la SIP, che allora gestiva il servizio telefonico, commissionò a una società di distributori automatici, la SIDA, la progettazione di un sistema che ovviasse a detto inconveniente. Apparvero così le schede telefoniche, dapprima con banda magnetica verticale e poi con banda magnetica orizzontale, il cui uso divenne capillare a partire dalla fine degli anni Ottanta, grazie alla sostituzione in tutte le cabine dei vecchi apparecchi telefonici con altri più moderni adatti all’uso delle schede. Queste, negli anni Novanta, entrarono così nella vita quotidiana. La loro carriera si rivelò però piuttosto breve: già dai primi anni Duemila, infatti, l’utilizzo del telefono pubblico e con esso quello delle schede venne soppiantato dalla diffusione dei telefoni cellulari. La breve durata del periodo di utilizzo non impedì comunque alle schede telefoniche di diventare oggetto di un vivace collezionismo, che ancora oggi conta tanti seguaci. Il collezionismo fu favorito dal fatto che le società telefoniche, intuite le possibilità di successo delle schede illustrate, ne emisero in innumerevoli varietà di soggetti. I gatti risultano ben rappresentati sulle schede telefoniche e qui ne mostriamo diverse decine. Tra le italiane spicca quella dedicata al gatto e alla volpe (dalle avventure di Pinocchio), tra le estere si fa notare quella col gatto natalizio, mentre molto curiosa appare quella svizzera che, emessa allo scopo di promuovere le collezioni di francobolli, è stata illustrata con un francobollo felino.
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